Volere un figlio che non arriva

Nella vita di molti arriva il momento in cui si valuta la possibilità di diventare genitori, perché c’è un desiderio, perché abbiamo incontrato la persona giusta, perché finalmente ci sono le condizioni tanto attese per poterlo fare.

Nella maggior parte dei casi ci si trova legati in una relazione di coppia più o meno stabile, all’interno della quale si arriva a condividere un progetto di vita insieme e a lungo termine.

Spesso poi siamo nella condizione di aver raggiunto anche obiettivi importanti dal punto di vista della nostra formazione culturale e lavorativa, ci siamo laureati o specializzati, stiamo lavorando con un contratto stabile, abbiamo prospettiva di carriera; insomma, una certa indipendenza e sicurezza economica e abitativa.

Tutto è pronto allora per allargare la famiglia e diventare Genitori!

Credo che oggi un’attenzione particolare vada posta all’espressione “diventare Genitori”, in considerazione della diversità di “colore” che possono assumere la coppie oggi (proverò ad approfondire l’argomento in un altro articolo), così come per la forte crisi educativa che oggi accompagna questo “mestiere” così difficile (anche questo argomento verrà approfondito più avanti).

Ma prova e riprova, il figlio tanto atteso non arriva.

E allora cominciano le preoccupazioni, le paure, la vergogna.

Non ci si sente adeguati, all’altezza, come se fossimo “rotti”

.

Per non parlare poi degli sguardi e dei commenti, delle domande insistenti di mamma, suocera, amici, vicini di casa, parenti, … che aumentano il nostro senso di fallimento.

E’ anche possibile che la stessa tenuta della coppia, tanto solida fino ad ora, in una situazione di così forte tensione e dolore ne risenta in modo negativo.

Perché mentre un figlio, l’attesa di un figlio, avvicina, riscalda, aiuta a costruire un nido caldo e sicuro, quando il figlio non arriva il clima familiare, il clima della coppia, si raffredda, ci sia allontana, quasi fosse questo obiettivo da raggiungere che sostiene e legittima la coppia.

Ci si lascia andare allo sconforto, alla delusione, alle colpe, è colpa mia, è colpa sua, colpa espressa ad alta voce ma anche espressa in modo silenzioso ma in atteggiamenti, sguardi, distacchi.

Per non parlare poi di tutto quello che comporta la scelta di affrontare un percorso di fecondazione assistita; con la medicalizzazione di una cosa che dovrebbe essere naturale, l’invasione della sfera intima, l’invasione del corpo, soprattutto della donna, con visite, esami, medicine, cure, …

Per la coppia è una sommessa enorme, una prova durissima.

Ma questo “fallimento” può anche trasformarsi in una risorsa se si è in grado di leggerlo non come una sconfitta, uno stop, ma la contrario come un’opportunità.

Sì perché quello che sorregge tutto è il desiderio di diventare genitore, che può trovare la sua espressione anche in altri modi e in altri contesti, come:

  • affido
  • adozione
  • impegno sociale
  • lavoro di cura
  • famiglia allargata

Tutte possibilità preziose e belle, ma che è difficile affrontare da soli.

Per questo l’aiuto di un esperto di relazioni familiari può aiutare a fare chiarezza nelle varie possibilità a disposizione, così come può sostenere un percorso lungo e difficile come quello appena descritto.

L’importante è non pensare di essere soli, ma la contrario chiedendo aiuto!

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